Il
calcolo dei benefici di una soluzione di continuità operativa per l’Ente, cioè il calcolo dei
minori oneri sostenuti in situazioni di emergenza, deve prendere a riferimento la comunità a cui i servizi sono destinati. I costi del disservizio vanno sempre valutati tenendo conto delle
perdite per i cittadini e le imprese che correntemente utilizzano i servizi dell’Ente; a questi occorre aggiungere i
maggiori costi per l’amministrazione causati dal disservizio, come quelli per il recupero del lavoro perso o per mancati o ritardati introiti.
I costi del disservizio sono, dunque, suddivisibili in:
- perdita di produttività per cittadini ed imprese;
- perdita di produttività per l’amministrazione;
- mancati o ritardati introiti.